Perla dell'Adriatico

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Villa Azzolino

Il “buen retiro” del cardinale Decio Azzolino, uno dei protagonisti della vita politica e culturale della Roma seicentesca, ha perso gli arredi d’epoca ma ha conservato il suo impianto originario, progettato dalla cerchia del Bernini.

La costruzione è databile intorno alla metà del Seicento, periodo nel quale Decio Azzolino (1623-1689) fu fatto cardinale da papa Innocenzo X. Ingegno multiforme e personalità eminente della curia romana, questo prelato originario di Fermo è noto per il suo stretto legame con Cristina di Svezia, insolita figura di sovrana convertitasi dal luteranesimo al cattolicesimo, emigrata a Roma e creatrice, insieme all’Azzolino, di una fenomenale collezione d’arte.

Il contributo del cardinale, che alla morte di Cristina ereditò la collezione (ma morendo a sua volta poco dopo), fu facilitato dalla sua vicinanza all’ambiente artistico romano, in particolare a Gian Lorenzo Bernini. Proprio di ambiente berniniano si ritiene che sia il progetto per la villa di Grottammare: si sono fatti i nomi di Mattia de’ Rossi, suo allievo e collaboratore, e di Luigi Bernini, fratello di Gian Lorenzo.

L’edificio è realizzato in laterizio ed è costituito da un blocco quadrangolare a tre piani, dal quale emerge un’altana a pianta quadrata con loggia ad archi a tutto sesto, oggi chiusa da finestre. L’ingresso era originariamente sul lato orientale, dunque nella parte opposta rispetto a quello attuale, e vi si accedeva mediante un viale collegato alla Via Lauretana (l’odierna Strada Statale).

Raffinatezza, amenità e prudenza sono alcuni dei tratti salienti riferibili al luogo: raffinati dovettero essere gli ozi letterari a cui il padrone di casa e i suoi ospiti (nominatisi “Arcadi del Tesino”) vi si abbandonavano, così come gli arredi e gli oggetti d’arte presenti nella villa; ameni i giardini che la circondavano, ricchi di sorgenti d’acqua, grotte, statue, agrumeti, peschiere, fontane e strade ombreggiate, percorribili anche in carrozza; prudenti il passaggio segreto, da utilizzare in caso di attacchi pirateschi, che conduceva sia verso la spiaggia che verso la collina, come pure le feritoie predisposte per gli archibugi in caso di assedio.

Mentre di tutto questo non resta che la memoria, tuttora integra è la mole massiccia dell’edificio, esempio raro nella zona di villa suburbana seicentesca. Il fabbricato, passato in proprietà alla locale diocesi dopo la morte degli ultimi eredi, nella seconda metà del Novecento ospitò un convento e in seguito un brefotrofio. È da tempo in attesa di restauro.

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Villa Azzolino
a Grottammare