Perla dell'Adriatico

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Orologi

Orologio solare ad ora italica del XIX Secolo (ric.) – Osteria dell’Arancio

Il vecchio incasato di Grottammare si presenta con la classica struttura medioevale secondo la quale, attorno alla piazza principale, si affacciano gli edifici più importanti della città. La struttura chiusa permette una sicura difesa oltre a garantire una sorta di “socialità” e “praticità” secondo la quale la piazza diventa il cuore pulsante della città. Oltre ai beni architettonici ed artistici, la Piazza Peretti custodisce due “macchine” per la misura del tempo basate su principi di funzionamento diversi, anche se cooperanti.

Sul lato EST della piazza (Osteria dell’Arancio) in alto è possibile vedere un orologio solare a quadrante italico ripristinato nel corso del 2018 dal Museo dell’Orologio di Montefiore dell’Aso.

Non è facile capire al volo il funzionamento di questo orologio per la ragione fondamentale che il tempo di oggi, ossia quello detto francese, è stato adottato nelle Marche solo a seguito delle riforme del tempo di Papa Pio IX nel 1847. Prima di quella data, il modo di scandire il tempo era basato sul cosiddetto quadrante italico, secondo il quale il nuovo giorno partiva con il tramonto. Questa modalità di calcolo del giorno è peraltro presente in tutta la letteratura italiana fino alla fine del XIX Secolo.

Il quadrante ad ora italica basato su 24 ore, con l’ora zero equivalente al tramonto e la ventiquattresima al tramonto del giorno successivo, cambia con le stagioni. Infatti, nel corso dell’inverno il tramonto è anticipato rispetto al tramonto estivo, per cui il computo dell’ora dipende dalla stagione e dal luogo stesso (ora locale). Per passare dall’ora italica all’ora francese, occorre fare una complessa serie di calcoli oltre ad avere nozioni di base di astronomia.

Orologio meccanico a pendolo di Pietro Mei del 1844 – Teatro dell’Arancio

Sulla facciata della torre del Teatro dell’Arancio è ben evidente un quadrante in pietra con una mono-lancetta dietro il quale si nascondeva, prima della musealizzazione in sede, un orologio meccanico. L’orologio meccanico a pendolo, su brevetto di Christiaan Huygens nel 1656, sfrutta il moto isocronico del pendolo, scoperto da Galileo Galilei prima del 1592. Un pendolo è in grado di mantenersi in oscillazione (tempo) fino a quando è sospeso ad un peso (carica) vincolato ad un sistema detto scappamento. Si tratta di un meccanismo che prevede attenzione e aggiustamenti continui operati dal temperatore o anche detto moderatore, un vero e proprio ruolo a libro paga dei comuni fino a metà dello scorso secolo. Il moderatore era anche addetto alla sincronizzazione dell’ora con il ricorso ad un orologio solare, solitamente presente a vista dello stesso, segnante un’ora specifica, tipicamente il mezzogiorno locale.

L’orologio meccanico di Piazza Peretti è stato costruito, come indicato dall’autore stesso, Pietro Mei (Montecarotto 1797-Montecarotto 1878), sulla chiocciola delle ore, nel 1844, recante il numero 12 di costruzione. Ad oggi questo l’orologio appare essere il secondo più antico orologio esistente del costruttore Pietro Mei. Il più antico orologio esistente di Pietro Mei è il numero 10, datato 1842, custodito presso la sede comunale di Penna San Giovanni (MC). L’orologio è stato musealizzato (dicembre, 2022) presso il Teatro dell’Arancio, dopo un percorso di restauro e valorizzazione che ha interessato il Museo dell’Orologio di Montefiore dell’Aso e la restauratrice Dott.ssa Raffaella Marotti dell’Università di Urbino. L’orologio Pietro Mei numero 12 è molto importante perché rappresenta una macchina di transizione tra i pesanti impianti settecenteschi e le macchine orarie più mature del Pietro Mei, basate su telai molto leggeri e meccanismi semplificati.

Orologio meccanico a pendolo di Antonio Galli – Chiesa San Pio V

La chiesa di San Pio V fa parte dell’impianto urbanistico impostato dal piano regolatore dell’architetto Pietro Augustoni nel corso del 1779. La sua costruzione, avvenuta in più fasi, vede il completamento della facciata e quindi la sistemazione del quadrante mono lancetta a seguito dei lavori dell’architetto Virginio Vespignani (1808-1882) tra il 1847 ed il 1850. Un campanile, di cui la chiesa era priva, fu edificato nel 1929. Anche in questo caso fu posto in cima al campanile una macchina oraria multi-facciata.

La macchina oraria della facciata della chiesa di San Pio V è opera del costruttore marchigiano Antonio Galli (1822-1893), discepolo di Pietri Mei di Montecarotto.  Antonio Galli, alla morte del Mei, senza figli maschi, ricevette in eredità la bottega del maestro portando avanti l’attività dello stesso con diverse realizzazioni in diversi comuni delle Marche.

Pietro Mei ed Antonio Galli, lavorando insieme, ebbero modo di migliorare e standardizzare la produzione di macchine orarie.  Al Galli, infatti, si deve la sempre più spinta standardizzazione di forme, di dimensioni e di espedienti volti alla semplificazione delle meccaniche per ottenere macchine sempre più facili da gestire ed anche economicamente adeguate alla magre casse comunali.

La macchina oraria, evidentemente non più armata da tempo (staccata dalla lancetta esterna) è stata identificata nella sua sede originale, nel frattempo adattata a magazzino di arredi sacri. Posta sotto attenzione, è ora in attesa di una pulitura con conseguente musealizzazione.

Orologio meccanico a pendolo di Edoardo Marconi del 1922 – Palazzo Citeroni

Gli eventi franosi e il sempre più difficile sviluppo del vecchio incasato di Grottammare fecero emergere la necessità di progettare e quindi di popolare di case ed infrastrutture la zona antistante il vecchio incasato che si affaccia sul mare Adriatico.

Il nuovo piano regolatore della città di Grottammare, redatto dall’Ing. Pietro Augustoni (1741-1815), pose le basi del “nuovo incasato” (1779).

Già il Catasto Gregoriano del 1813 riporta una struttura relativa all’attuale Palazzo Citeroni, sul cui angolo, svettava la torre civica di Grottammare dentro la quale era installato un orologio meccanico in grado di suonare le ore ed i quarti (presenza delle campane dei quarti e delle ore installate in cima alla torre). L’orologio si presenta con un quadrante rivolto verso la piazza in una prima versione, successivamente su due facce.

Nel 1925, il Palazzo Citeroni fu completamente ristrutturato in stile neoclassico. La torre civica non fu riedificata, anche se la sua specifica funzione di “orologio pubblico” fu conservata grazie alla realizzazione di una nicchia dove fu collocato un nuovo orologio meccanico (quello attuale, di quello precedente non si hanno notizie) nelle cure del comune, per via della sua pubblica funzione. L’addetto comunale ricaricava l’orologio attraverso una tasca sulla parete esterna.

Il nuovo orologio meccanico posto nella nicchia è opera del marchigiano Edoardo Marconi, ultimo esponente della bottega artigiana dei “montecarottesi”. Gli orologi Marconi presentano significative innovazioni rispetto a quelli dei primi maestri i fratelli Podrini, Pietro Mei e Antonio Galli.

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